Assemblea di Luglio 2008

UNA BREVE INTRODUZIONE AL DIBATTITO.

Nel nostro percorso di ricerca ci siamo interessati all’analisi critica dell’economia neoclassica avanzata dal movimento dell’Economia Post-Autistica. Due sono i punti critici rilevati da questa analisi:

1) l’assenza di una analisi sistematica e approfondita del contesto storico, delle relazioni socio-economiche, degli interventi politici e delle istituzioni;

2) l’abuso della formalizzazione matematica e degli strumenti statistici.

Da un lato condividiamo con il movimento dell’Economia Post-Autistica una certa insoddisfazione per la teoria neoclassica che ci viene insegnata come la parte fondamentale della nostra formazione; dall’altro non abbiamo l’intenzione di articolare questa insoddisfazione come una critica dell’insegnamento universitario dell’economia e di proporre una riforma dei corsi. Riteniamo invece più interessante cercare di produrre analisi economiche alternative, che considerino i rapporti sociali e il contesto storico. Lo scopo del convegno “Per una economia post-autistica? Critica all’Economia e riflessioni sulle Scienze Sociali è ripercorrere le idee dell’Economia Post-Autistica e stimolare il dibattito su come elaborare strategie di ricerca alternative. Si veda più sotto per un resoconto dell’incontro.

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A BRIEF INTRODUCTION TO THE DEBATE.
Our investigation aims to reconsider the critical assessment of neoclassical economics made by the post-autistic economics movement. Within this context, we think two criticisms of neoclassical economics are particularly relevant:


1) the absence of a systematic and deep analysis of the historical context, of socio-economic relations, and of political acts and institutions;


2) the misuse of analytical tools, such as mathematics and statistics. On the one hand, we share the discontent about neoclassical economics, taught to us as a fundamental part of our education, with the postautistic economics movement. On the other hand, we do not agree that the appropriate strategy for articulating this discontent is as a critique of the teaching of economics or as a plea for reform of university curricula. We believe that a more interesting and effective strategy is to develop alternative economic analyses which take into account historical context and social relations. The aim of the conference is to introduce students and teachers to post-autistic economics, since the debate about this movement has never fully developed in Italy, and to encourage debate about alternative strategies of research.

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UN PICCOLO RESOCONTO.

L’assemblea “Per un’economia post-autistica?” organizzata dal Gruppo Studio Economia ha avuto una buona attenzione da parte di studenti e interessati ad un percorso di critica all’economia come scienza sociale.

Dopo l’intervento introduttivo di Jacopo, a nome del gruppo, ha preso la parola il professor Guerrien, per raccontare ai presenti in un misto di francese/italiano/spagnolo il percorso svolto dal movimento francese e cosa gli studenti sono riusciti ad ottenere a seguito della loro critica all’insegnamento economico. In particolare, ha sottolineato l’importanza di continuare la critica alla teoria neoclassica, sottolineandone alcune contraddizioni. L’esempio principale descritto da Guerrien è la caratteristica illiberale dell’equilibrio economico generale, il quale per essere realizzato richiede una figura centralizzata che proceda a fissare i prezzi e a rielaborarli.

A seguire, il professor Halevi ha incentrato il suo intervento sul problema del significato cognitivo della teoria economica. Secondo la sua opinione, ogni teoria economica presenta dei punti deboli già all’interno del dei suoi principi fondamentali, e di conseguenza l’economia non ha un vero potere predittivo nel lungo periodo (a tal riguardo si veda il suo articolo sulla Rivista del Manifesto nel 2001, link nel nostro sito). Occorre ammettere tale incertezza cognitiva per essere al tempo stesso consci dei limiti del nostro sapere e capaci di comprendere i fatti economici.

Bellofiore ha concluso ricordando che il dibattito francese era stato anticipato da una lettera del 30 settembre 1988 uscita sulla Repubblica, dove alcuni economisti, tra i quali Sylos Labini, denunciavano “il crescente disimpegno sociale dell’economista”, sempre più impegnato ad elaborare strumenti formali raffinati dimenticando l’interpretazione concreta e storica degli avvenimenti reali. Secondo Bellofiore, il problema non è quello di ammettere un maggiore pluralismo nell’insegnamento, ma di riconoscere che l’economia politica è un luogo di discussione aspro, dove si scontrano non solo teorie scientifiche ma anche idee e posizioni politiche. A suo parere, occorre un approccio nuovo, che parta dalla critica della teoria economica contemporanea, senza ritornare ai classici ma reinterpretandoli. Questo approccio dovrebbe essere capace di rispondere ai fatti nuovi non spiegati dalla teoria economica dominante. Bellofiore li identifica principalmente in quella che chiama “sussunzione del lavoro al capitale”, ovvero la progressiva finanziarizzazione dell’economia a discapito del lavoro; e nella “centralizzazione senza concentrazione”, cioè la progressiva creazione di grandi gruppi proprietari di molteplici imprese decentralizzate in luoghi anche molto distanti fra di loro.